L’infezione da tatuaggio può essere un problema difficile da affrontare quando decidi di decorare il tuo corpo. Anche se si tratta di una semplice infiammazione o di un arrossamento, i problemi che sorgono una volta terminato il lavoro con inchiostro e ago on possono e non devono essere sottovalutati. Bisogna valutare con cura le complicazioni.
Devi curare l’infezione del tatuaggio? Come riconoscere un eventuale problema con complicazioni che potrebbero sfociare in infiammazioni anche difficili da curare?
Come trattare un arrossamento? E un alone giallo che si manifesta intorno a quel tatuaggio tanto atteso e desiderato? Ecco tutto quello che devi sapere per riconoscere, gestire e curare le infezioni che possono colpire un tatuaggio appena fatto.
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Infezione da tatuaggio: cos’è e cosa sapere
Un tatuaggio può infiammarsi ed essere il punto di partenza di un’infezione. Questo si manifesta attraverso una serie di segni che possono essere manifesto di una situazione anche abbastanza chiara. Per affrontare questo argomento devi chiarire che tutto inizia da una buona informazione. Prima di lasciare lo studio del tatuatore conviene chiedere:
Come si presenta un’infezione al tatuaggio?
Quanto tempo si deve tenere la pellicola?
Come dormire dopo aver fatto un tatuaggio?
Insomma, devi sapere cosa fare e non fare per prendersi cura di un tatuaggio appena fatto. E se scopri un avvio di infezione batterica o virale, o magari noti che c’è un caso di allergia in atto, conviene avvisare subito il medico personale che saprà se prescrivere o meno un antibiotico. O un altro prodotto per combattere irritazioni, allergie e arrossamenti.
Tatuaggio arrossato intorno, come curarlo?
Come suggerito, il rossore intorno al tatuaggio nei primi giorni dopo la seduta non è un problema. Però è vero che si può valutare una piccola cura per lenire quest’irritazione che in alcuni casi può essere anche fastidiosa. Soprattutto nei mesi estivi e se il tatuaggio si trova in zone sensibili del corpo. Allora, come trattare un tatuaggio arrossato?
Per curare le infezione da tatuaggio.
Semplice, basta aggiungere una delle tante creme pensate per proteggere e curare il tatuaggio appena fatto. Che, ricordiamolo, normalmente presenta rossore e prurito.
Il prodotto comune più utilizzato, oltre alla vasellina, è il Bepanthenol della Bayer. Stiamo parlando di una pasta lenitiva e protettiva, ma soprattutto testata sulla pelle tatuata.
Come capire e riconoscere un tatuaggio infetto?
Questo è il primo punto da approfondire: quali sono i sintomi di base per capire se un tatuaggio è stato colpito da una piccola infiammazione? Dolore e bruciore leggero sono sintomi di un avvio di infezione? No, questi sono elementi tipici del post-tatuaggio.
Capita a tutti di avere un disegno arrossato intorno e di sentire un leggero dolore. Ma bisogna fare molta attenzione ai tempi di sviluppo: mai ignorare questi sintomi.
Soprattutto se si protraggono per più di qualche giorno. Di solito i fastidi che caratterizzano il tatuaggio appena fatto scompaiono dopo 48 ore, se continuano e si amplificano vuol dire che c’è un’infiammazione in atto. E un principio di infezione – provocata da batteri o virus – da mostrare al medico il prima possibile.
Riconoscere infezioni da micobatteri non tubercolari
Una delle cause fondamentali di infezione sul tatuaggio riguardano i micobatteri non tubercolari (NTM), spesso ritrovati in inchiostro contaminato o acqua non sterilizzata usata nel salone dei tatuaggi. Come identificare questa patologia molto comune? Puoi ammirare chiazze di pelle rossa e molto spessa, che compaiono in momenti differenti.
Quali cause portano un’infezione da tatuaggio?
Se il tatuaggio prude sta guarendo, e il leggero rossore non è altro che un effetto del tatuaggio stesso sulla pelle. Stesso discorso riguarda il leggero gonfiore. Ma ci sono alcune cause che possono provocare infezioni. Questo avviene, in primo luogo, per una scarsa igiene ed è per questo che il primo passo deve essere la scelta di uno studio professionale che garantisca tutti i parametri necessari per un lavoro asettico e con standard chirurgici.
Poi ci sono complicanze che entrano in gioco a causa di allergie nei confronti di particolari colori e inchiostri che possono causare infiammazioni e reazioni particolari.
Ricorda che il tatuaggio intacca le difese immunitarie della pelle, quindi è possibile incrociare infezioni batteriche anche se lo studio del tatuatore è perfettamente sterile.
Tipico rossore di un tatuaggio appena fatto – Fonte Wikipedia
Ciò avviene, forse, perché i batteri hanno trovato modo di accedere alle ferite del tatuaggio appena fatto. Un caso concreto? Pensa alle mani che usi per togliere il cellofan e lavare il tatuaggio: sono gli strumenti più comuni per trasmettere infezioni.
Ecco perché il primo punto da rispettare per avere un tatuaggio a prova di infezione batterica è l’uso di sapone neutro per lavare la pelle. Senza dimenticare crema protettiva e pellicola trasparente. Tutte le operazioni per la cura del tatuaggio appena fatto devono essere svolte con mani perfettamente pulite e disinfettate. Su questo punto non si scherza.
Cosa usare sul tatuaggio per evitare infiammazioni, arrossamenti eccessivi e irritazioni? I prodotti e le creme per tatuaggi possono aiutare per gli arrossamenti leggeri, ma prima di prendere una decisione bisogna riconoscere i sintomi di un’infezione da tatuaggio.
Sintomi di infezioni del tatuaggio?
In primo luogo bisogna ricordare che le infezioni del tatuaggio – oltre ad avere delle conseguenze anche gravi se ignorate per molto tempo e sottovalutate al punto da non andare dal medico – possono avere due origini fondamentali:
Batteriche.
Virali.
La varietà delle conseguenze dovute alla diffusione di batteri e virus può essere molto ampia, però le infezioni presentano dei sintomi abbastanza chiari quando si acutizzano.
Nelle fasi iniziali, quando l’infezione è ancora poco sviluppata, i segni sono poco invadenti ma comunque importanti, da non valutare senza la giusta attenzione:
Gonfiore.
Dolore.
Vesciche e rigonfiamenti.
Colore della pelle.
In particolare quest’ultimo acquista tonalità rosso intenso e giallastre. Se già hai avvisaglie del genere conviene raggiungere immediatamente il medico curante, o magari un dermatologo per un’analisi più approfondita.
In alternativa puoi contattare il tatuatore che saprà consigliarti. Ma cosa accade se l’infezione avanza? I sintomi, in questo caso, sono ancora più evidenti:
Febbre.
Vomito.
Diarrea.
Dolori.
Ovviamente l’area che ha causato l’infezione diffusa nel corpo appare sempre più rovinata con gonfiore e rossore esteso. In alcuni casi l’area si copre di vesciche con liquido giallastro, sintomo che si sta affrontando un caso di impetigine. Su tratta di un’infezione tipica dei bambini che si riscontra spesso nei soggetti che hanno effettuato un tatuaggio.
Antibiotico dopo tatuaggio? Cosa suggerire?
Questo è un punto molto delicato. A causa di un’infezione potrebbe sembrare una buona idea assumere un medicinale specifico per combattere l’avanzare di un problema che può avere cause differenti. Ma questa è una soluzione di comodo e decisamente superficiale.
Anche se gli antibiotici da prendere per via orale sono tanti, bisogna sempre valutare l’impatto batterico o virale, e scegliere il medicinale giusto in base alle necessità.
Non improvvisare. Bisogna valutare un punto: l’infezione da tatuaggio, in alcuni casi, può essere anche mortale. Certo, sono casi estremi ma che non devono essere ignorati, così come la possibilità di trasmettere malattie decisamente gravi come HIV ed epatiti.
Chiaramente in questi casi è lo studio del tatuatore a dover garantire massima affidabilità: prima di sederti e completare il tuo disegno assicurati di essere in un luogo capace di rispettare le principali e fondamentali norme igieniche per tatuatori.
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