Lavorare nel mondo della fotografia professionale senza conoscere ed usare Photoshop e Lightroom, oggi, è praticamente impossibile. Scopriamo perché.
Se vuoi lavorare come
fotografo professionista non puoi non conoscere alla perfezione due strumenti essenziali,
Photoshop e Lightroom, due software sviluppati dalla
Adobe e che fanno parte attualmente della suite
Adobe Creative Cloud, altrimenti nota come
Adobe CC 2015.
Ogni
fotografo sa che scattare una foto è solo una porzione, seppure importante, del proprio lavoro, perché il risultato di quell’istante dovrà poi passare attraverso una serie di passaggi prima di poterlo presentare ad un cliente o al pubblico. Anche se spesso si legge di fazioni contrapposte tra gli amanti di
Photoshop e gli estimatori di
Lightroom, questi due prodotti non sono affatto in contrapposizione tra loro, anzi, convivono alla perfezione, perché intervengono in due fasi diverse della lavorazione.
Vediamo perché un
fotografo dovrebbe conoscere e
usare Photoshop e Lightroom.
Photoshop

Come probabilmente sai già,
Photoshop è un software di editing grafico e fotografico, utilizzato non solo dai fotografi ma anche dai
graphic designer e dai
web designer, ovviamente con obiettivi diversi. Mentre questi ultimi sfruttano alcune funzioni pensate per l’elaborazione grafica di elementi come il
logo, il
layout di un sito web, un
flyer pubblicitario, un manifesto, e così via, il
fotografo utilizza
Photoshop essenzialmente per due ragioni:
- aggiungere elementi esterni alle foto, come un testo, una icona, e così via;
- editare e modificare una fotografia in post produzione.
Quante volte ti sarà capitato di leggere discussioni online su modelle o attrici photoshoppate in modo eccessivo, al punto da modificarne le reali fattezze, oppure di vedere sui social immagini orrende realizzate da qualche incompetente? Ecco, un bravo
fotografo sa come usare
Photoshop per ottenere determinati risultati, non per peggiorare la foto iniziale.
Ad esempio, durante uno
shooting di moda o un
servizio fotografico per un matrimonio, il
fotografo potrà utilizzare
Photoshop per correggere eventuali imperfezioni, ridurre degli inestetismi, mettere in risalto determinati elementi, come gli occhi ad esempio, per far emergere la bellezza della donna o dell’uomo fotografato. Insomma, fare quello che viene chiamato
fotoritocco, ovvero elaborare la foto scattata per migliorarla.
In alcuni casi, però, il fotografo potrebbe avere bisogno di utilizzare
Photoshop per creare delle ambientazioni particolari, che non avrebbe potuto riprodurre su un set fotografico; pensa, ad esempio, ad un servizio fotografico con una ambientazione fantascientifica. Lavorando con un green screen, il
fotografo potrà sostituire lo sfondo verde con uno scenario ricreato a computer.
Insomma,
Photoshop è uno strumento indispensabile per un
fotografo, e non a caso fu sviluppato nel 1990 dai fratelli Thomas e John Knoll, figli di un fotografo, proprio per agevolare il lavoro del padre.
Lightroom

Già dal nome è evidente il forte legame tra questo software e la professione del fotografo;
lightroom, infatti, significa letteralmente “
camera chiara”, che richiama in modo evidente la vecchia e cara
camera oscura, strumento che ha rivoluzionato la fotografia nel lontano (ma neanche tanto) ‘800. Tra l’altro,
“La camera chiara” è anche il titolo di un libro del grande
Roland Barthes.
A sottolineare maggiormente questo rapporto diretto tra il
software e il mondo della
fotografia professionale il fatto che sia stato sviluppato seguendo pedissequamente le indicazioni degli operatori del settore.
A differenza di Photoshop, che entra in gioco in una fase di elaborazione e
fotoritocco successiva,
Lightroom è il primo software con il quale farai
“interagire” i tuoi scatti realizzati con una
Reflex, perché ti consente di importare e catalogare, oltre che modificare, le foto lavorando direttamente sul file
RAW e non sul
.jpeg, conservano sempre il
“negativo” della foto che hai scattato senza perdere lo scatto originale.
Una piattaforma di post produzione fotografica molto potente, questo è
Lightroom, con la quale seguire tutto il flusso di lavoro (workflow), dall’importazione della foto scattata con la
fotocamera digitale professionale, fino all’elaborazione della stessa, lavorando sui filtri, la luminosità, il contrasto, la saturazione dei colori, per poi catalogarla in una libreria inserendo Tag e metadati.
Perché spesso si tende a contrapporre
Photoshop a
Lightroom? Beh, semplicemente perché
Photoshop consente di installare un plugin che si chiama
Camera RAW, con il quale è possibile fare la post produzione ma non la catalogazione delle immagini. In realtà uno non esclude l’altro, e spesso la scelta è a discrezione del professionista che lo deve utilizzare.
Come vedi, lavorare nel mondo della
fotografia professionale senza conoscere ed usare
Photoshop e
Lightroom, oggi, è praticamente impossibile.
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